Castel del Monte – Andria

 
 

L’unico documento in cui si parla del castello è una lettera inviata da Gubbio, nel gennaio 1240, dall’imperatore svevo Federico II al giustiziere di Capitanata, Riccardo di Montefuscolo, ci parla di lavori di copertura da eseguire in relazione al «castro quod apud Sanctam Mariam de Monte»

 

Ci si rimette in cammino, un ultimo saluto al castello misterioso e ci si addentra in Lama Genzana che “sfocia” sullo sterrato che segue l’Acquedotto Pugliese in direzione Andria, una della città più amate da Federico II.

Sul cammino s’incrociano masserie, jazzipostecaseddepagliari  e peschiere antiche lungo tratturi, sentieri e mulattiere tra lecci e roverelle. 

Piano piano ci lasciamo alle spalle l’altopiano dell’Alta Murgia per entrare nelle campagne andriesi e giungere in paese. 

La città era rimasta fedele al monarca svevo durante la ribellione delle città pugliesi ed egli le concesse esenzione dalle pesantissime tasse, lasciando incisa nella memoria la frase Andria “Fidelis, nostris affixa medullis absit. Vale felix, omnisque gravaminis expers” (“Andria fedele, affezionata fino al midollo delle nostre ossa, alzati! Vivi felice, senza più alcun peso“). Queste parole furono scolpite sulla porta d’accesso alla città, Porta Sant’Andrea

La meta è la Cattedrale Santa Maria Assunta in Cielo dove sono sepolti i resti delle sue due mogli, conservate nella cripta della cattedrale.

Isabella d’Inghilterra e Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme che qui partorì Corrado, la madre diciassettenne, morì dieci giorni dopo e Corrado IV, fu designato alla successione da suo padre.

Lunghezza
21 km
Livello difficoltà
E-BASSO
Dislivello
+179/-563m
Tempo percorrenza
6 h (soste incluse)
Fondo stradale
mulattiere - sterrato - asfalto